Economia e benessere per gli esseri umani

Obiettivo primario: il rispetto della dignità umana.

Analisi degli elementi di base utili per dirigersi verso un’economia mondiale in grado di portare, gradualmente, a tutti gli esseri umani un livello di benessere sopra la soglia minima della dignità umana. Passare dalla teoria alla pratica non è cosa semplice, tuttavia l’obiettivo qui è individuare alcune idee e concetti di base e di partenza per comprendere come provare a contribuire, quotidianamente, anche con le nostre scelte, al miglioramento concreto del livello di benessere complessivo di tutte quelle persone che oggi sono oppresse dalla mancanza delle opportunità necessarie per poter conquistare pienamente la dignità di essere umano. A prima vista può sembrare utopico o molto distante dalla realtà ma, se ci pensiamo meglio e andiamo in profondità, possiamo scoprire che tanti piccoli passi alla volta, sommati insieme, potrebbero già rappresentare un significativo progresso complessivo.

L’economia

L’economia non è una scienza esatta e deterministica in quanto dipende ampiamente dalle decisioni comportamentali degli esseri umani. I modelli economici cercano di interpretare e spiegare il funzionamento di un sistema economico, tuttavia sono quasi sempre una semplificazione di una realtà molto più complessa. Per economia possiamo intendere qui un sistema di transazioni, ovvero operazioni economiche correlate o concatenate fra loro. Per transazione si intende uno scambio economico tra due persone fisiche, oppure persone giuridiche, ovvero aziende private, oppure pubbliche. Uno scambio economico è la cessione di un bene, o l’erogazione di un servizio, in cambio di una quantità di denaro, oppure in cambio di un altro bene. Le transazioni tra persone o aziende si basano sul concetto di proprietà privata più o meno tutelata a seconda del sistema di leggi dello stato di riferimento. Per mercato si intende il confronto continuo fra domanda e offerta di una determinata tipologia di bene o servizio: l’incontro fra domanda e offerta determina la quantità e il prezzo puntuale dello scambio che avviene sul mercato. I mercati si definiscono in base alla tipologia di prodotti o servizi, in base ai periodi di tempo, alle zone o aree geografiche, alle categorie di consumatori e produttori, ecc. Per domanda si intende una corrispondenza tra quantità e prezzo da parte dell’insieme dei potenziali acquirenti; per offerta si intende una corrispondenza tra quantità e prezzo dei potenziali offerenti. Se, e solo se, esiste un incontro fra domanda e offerta, allora avvengono scambi, ovvero transazioni economiche, tra operatori del mercato.

Possiamo prendere in considerazione l’economia a diversi livelli: personale, familiare, condominiale, aziendale, di quartiere, comunale, provinciale, regionale, nazionale, continentale, mondiale ovvero globale. Ognuno di questi sottosistemi economici non è isolato o sigillato ermeticamente rispetto agli altri, infatti sono tutti contemporaneamente interrelati fra loro. Ognuno di questi ha un suo modello di funzionamento, influenzato da diversi parametri: la domanda e l’offerta, fattori cosiddetti esterni, normative, usi, regolamenti e leggi di riferimento, fattori che possono influenzare le decisioni degli operatori economici, elementi culturali, sociali, informativi, politici, religiosi, privati, interessi di categoria, interessi economici ecc. 

Le singole transazioni economiche avvengono in seguito ad una decisione, ovvero un atto di volontà che deriva da un insieme di pensieri, idee, analisi, valutazioni, riflessioni e obiettivi. Alcuni elementi sono vincolanti, ovvero non sono modificabili dall’operatore che sta per prendere una decisione, mentre altri elementi sono gestibili direttamente dall’operatore economico specifico. Esistono quindi componenti volontarie, spesso determinanti, che possono incidere sui parametri quali quantitativi della transazione: se procedere, come procedere, quantità, prezzi, luoghi, tempi, segmentazione e altri parametri. 

Da qui emerge chiaramente che ogni operatore di mercato, con ogni sua decisione, può agire diversamente a seconda delle priorità che vuole considerare e dell’importanza che decide di attribuire ai diversi elementi di valutazione. L’economia è infatti una scienza comportamentale: l’educazione alle virtù umane, ai principi di positiva e pacifica convivenza, la consapevolezza e l’informazione trasparente e sincera, sono elementi che possono influenzare sensibilmente la direzione che può intraprendere un mercato oppure una economia.

Per l’approfondimento sulle virtù, suggerisco il libro: Guida familiare alle virtù di Linda Kavelin Popov , Dan Popov e John Kavelin.

Per quanto riguarda l’informazione trasparente e sincera, i punti da affrontare sarebbero tantissimi, tuttavia in estrema sintesi, l’informazione in senso lato pone sull’autore una responsabilità elevata perché con le sue parole, immagini e suoni influenza il pensiero di altre persone e quindi è importante che l’autore si ponga l’obiettivo di apportare positività al pubblico in ascolto, inviare informazioni corrette, veritiere, trasparenti e senza secondi fini e senza avere come unico proposito il proprio tornaconto personale. Giornali, tv, film e opere d’arte dovrebbero esprimere, bellezza, positività ed essere un elogio alle virtù. Questo avrebbe un effetto di riverbero contagioso su una vasta parte delle popolazioni facilitando la distensione delle relazioni sociali e la pace fra le persone. Qui torniamo alla premessa dove esprimo il concetto secondo il quale tutti possiamo contribuire all’obiettivo di stare tutti molto meglio insieme, anche dal punto di vista economico e soprattutto del benessere umano.

La natura dell’essere umano

Da qui l’importanza della comprensione della natura dell’essere umano. Per alcuni esiste solo la componente materiale e animale, che porta inevitabilmente ad una economia basata quasi esclusivamente sulla massimizzazione del puro profitto personale: la concorrenza cosiddetta perfetta, che porta nel tempo ad un impoverimento dei contenuti dei prodotti e dei servizi offerti, oppure il monopolio che ancor peggio conduce ad una concentrazione dei profitti su un’unica entità economica. Se invece, oltre alla componente materiale e animale, riusciamo a considerare anche la dimensione razionale e soprattutto, la più importante, ovvero quella spirituale, allora sarà possibile far luce su nuovi orizzonti e possibilità. Quest’ultima componente è la più importante per decidere se e come utilizzare uno strumento come un bene o un servizio. Uno stesso bene può essere impiegato per scopi positivi e in favore del genere umano oppure per distruggere o danneggiare altre persone. Inoltre, punto fondamentale è valutare se il profitto personale sia sempre e comunque il primo e unico obiettivo da perseguire ad ogni costo, oppure sia più vantaggioso per tutti rimodulare diversamente gli scopi dell’attività economica per mitigare o meglio armonizzare il raggiungimento di più obiettivi contemporaneamente. Fondamentale è la comprensione del concetto che se ci sono vicini, concittadini e abitanti della terra che non stanno bene, ovvero hanno un benessere che è al di sotto del minimo per garantire il rispetto della dignità umana, allora il nostro benessere personale non può essere considerato complessivamente positivo a livello attuale e soprattutto prospettico: prima o poi il malessere di queste persone toccherà anche noi direttamente o indirettamente.

Negli ultimi venti anni all’interno delle aziende si è compreso che la competizione interna non è proficua per l’economia dell’impresa e per questo motivo si sono diffusi modelli organizzativi che tendono a far convergere le energie e le attività delle persone che lavorano insieme verso gli stessi obiettivi. Il prossimo passo potrebbe essere una nuova fase di riduzione della competizione tra aziende, dello stesso mercato, per dare spazio alla sperimentazione della collaborazione tra imprese. Una fase che prevede nuovi equilibri, con aziende che rimangono entità distinte tra loro, collaborano su alcuni progetti ma senza sfociare nel monopolio. Un equilibrio delicato che può essere raggiunto solo con una visione nuova e più ampia del ruolo e del valore economico delle aziende per le comunità di persone. 

Il lavoro 

Qualsiasi attività compiuta da un essere umano che possa avere un’utilità concreta, oppure trasformarsi in un beneficio per altre persone dovrebbe essere considerato lavoro. Le aziende sono sistemi di transazioni economiche basate su componenti fondamentali come il capitale, il lavoro e il know how, ovvero la competenza professionale. Il costo del lavoro rappresenta spesso nelle aziende uno dei costi principali, tuttavia molti economisti hanno cercato di capire quale potesse essere la metodologia corretta per calcolare il valore contabile del capitale umano per una eventuale sua esposizione a bilancio, ma ad oggi non esiste una formula che abbia trovato consenso unanime. Se consideriamo un’attività lavorativa possiamo rilevare che può essere interpretata e realizzata in tanti modi diversi a seconda di diversi parametri riguardanti il lavoratore, tuttavia le componenti più importanti rimangono la motivazione personale, la collaboratività, la consapevolezza dell’importanza del proprio lavoro, il desiderio di realizzarlo sempre meglio evolvendo le tecniche applicate. Anche le attitudini personali hanno un’influenza significativa, ed effettivamente impegnarsi in un’attività per la quale le proprie attitudini più sviluppate sono determinanti facilita la soddisfazione personale e il senso di autorealizzazione del lavoratore.

Andando ancora oltre, il lavoro svolto anche in spirito di servizio verso gli altri e non solo ed esclusivamente per il proprio guadagno personale, assume un valore ancora superiore, che e’ in grado di propagarsi sinergicamente nella società creando un riverbero sequenziale e concatenato capace di portare benefici a moltitudini di persone.    

Una persona, ad esclusione della primissima infanzia, dell’anzianità avanzata e della malattia totalmente invalidante, è sempre in grado di essere utile o di svolgere attività a valore aggiunto per sé e per gli altri, per questo motivo, in misura variabile in base alle diverse situazioni, è possibile mettere a disposizione una quantità di ore di lavoro di portata straordinaria, oggi inutilizzata. Organizzazione, motivazione, remunerazione, reciprocità, solidarietà, equilibrio, proporzionalità e misura potrebbero condurre ad una società più attiva e felice. Il problema della disoccupazione potrebbe essere rivisto sotto luci nuove e motivanti ma è necessario che tutti collaborino utilizzando i colori delle virtù umane. Non possiamo pensare che le istituzioni pubbliche possano da sole attuare programmi di organizzazione ed efficientamento dell’occupazione senza il supporto onesto e sincero dei cittadini. Seminare onestà e sincerità quotidianamente anche verso le istituzioni pubbliche porterà ad un ritorno enorme: solo questa modalità di collaborazione tra cittadini e istituzioni potrà funzionare ed essere efficace per portare efficienza e rendere tutti partecipi al benessere della comunità in relazione alle proprie possibilità, attitudini e inclinazioni personali.

Anche in azienda e’ possibile rivedere tanti aspetti oggi spesso trascurati: l’azienda legalmente dí proprietà dei soci che detengono le azioni, in realtà è concretamente un bene sociale che porta benefici, non solo ai proprietari tramite gli utili, ma anche ai lavoratori, ai consumatori clienti, ai partner fornitori, alle istituzioni pubbliche che percepiscono la tassazione e quindi vediamo dall’alto un meccanismo di distribuzione del valore molto più ampio e segmentato che porta a conclusioni molto positive sulle potenzialità dell’azienda come generatrice di benessere sociale diffuso, se gestita facendo scelte consapevoli e colorate, anche in questo caso, con le virtù umane.

Le differenze economiche nel mondo

Con l’accelerazione delle scoperte scientifiche e tecnologiche, nella seconda metà del diciannovesimo secolo, le distanze, in termini di tempo di viaggio, fra le nazioni del mondo si sono sensibilmente accorciate ed oggi le aziende multinazionali operano su decine e spesso anche centinaia di mercati nazionali contemporaneamente, mostrando una velocità di cambiamento, sviluppo e adattamento nettamente superiore rispetto alle istituzioni pubbliche e ai sistemi legislativi delle singole nazioni. Questi elementi hanno creato turbolenze che hanno determinato cambiamenti economici repentini anche a livello locale, che hanno generato situazioni di crisi e di migrazione locale e internazionale.

Da questo punto di vista le autorità governative hanno la possibilità di intervenire su diversi fronti per poter cambiare l’economia verso una direzione più rispettosa dei livelli minimi di dignità degli esseri umani, ma questo non basterebbe: è necessaria alla base la collaborazione della popolazione, almeno della maggioranza di essa. Tutto parte dalle decisioni economiche quotidiane di ogni singola persona.

Dal punto di vista dei sistemi di governo oggi presenti nel mondo, siamo nel mezzo di un periodo complesso, di transizione a diverse velocità e con differenze rilevanti a seconda delle zone geografiche. Dalle precedenti monarchie, si è passati alle democrazie nazionali e oggi stiamo iniziando ad andare verso forme di collaborazione internazionale. Questo processo è molto importante, anzi essenziale, perché oggi la parcellizzazione dei diversi modelli legislativi, valutari, regolamentari, ecc. ha creato differenze di potenziale economico, generando turbolenze dannose che, nei casi più critici, hanno determinato e continuano ancora oggi a causare, come conseguenza, numerose vittime, spesso innocenti, e moltitudini di persone in difficoltà che sono costrette a migrare, oltre a creare tensioni politiche, terreno fertile per guerre rovinose dal punto di vista prima umanitario e poi economico.

Abbiamo diversi esempi di questa situazione eterogenea a livello mondiale: come possiamo considerare differenze di prezzo troppo elevate per tipologie similari di beni e servizi? Oppure se consideriamo il trasporto, per distanze enormi in nave o in aereo, di beni, che pur si potrebbero produrre localmente o sostituire con altri beni? O ancora la frenesia nei consumi eccessivi e il continuo aumento della velocità nelle attività lavorative degli esseri umani? E l’aumento ingiustificato della distanza eccessiva fra estremi di ricchezza e povertà? E infine, ma non ultimo, la produzione di beni volutamente progettati per avere una durata programmata? 

Proviamo ad analizzare questi punti singolarmente. Differenze di prezzo troppo elevate per beni della stessa tipologia spesso nascondono lo sfruttamento del lavoro di persone sottopagate, che lavorano in condizioni disumane e che in diversi casi coinvolgono anche minori, in aree del mondo che non prevedono leggi sufficientemente difensive dei diritti essenziali degli esseri umani. 

Il trasporto per lunghe distanze di beni e’ permesso oltre che dallo sfruttamento del lavoro anche dalla diversità delle legislazioni locali che non prevedono la tutela dell’ambiente, la tutela dei lavoratori e della qualità dei prodotti in vendita. Ed è così che per esempio gli agricoltori europei sono tenuti a rispettare normative stringenti e che generano qualità e tutela della salute, ma anche costi elevati, e sono costretti a competere con merci che, diversamente da quelle europee, non sono state prodotte nel rispetto dei diritti dei lavoratori, dei consumatori e nel rispetto dell’ambiente.

L’aumento della velocità nelle attività delle organizzazioni produttive sottrae tempo e opportunità alle persone per potersi dedicare alle proprie famiglie, alle altre persone e a se stessi. Inoltre l’eccesso di velocità produce un inevitabile incremento degli errori commessi, anche sul lavoro, con inevitabili ripercussioni sulla sicurezza degli esseri umani: incidenti evitabili potendo impiegare il dovuto livello di attenzione e la necessaria quantità di tempo.

La frenesia nei consumi, continuamente alimentata da messaggi informativi e pubblicitari distorti e devianti rispetto alle più nobili virtù umane, genera stress, un rapporto nocivo e distorto con gli oggetti, la degenerazione delle relazioni personali costruttive. Il consumismo, inteso come eccesso ingiustificato nei consumi, erode anche la tutela del risparmio che ha un valore per i singoli ma anche per la società se consideriamo che questi capitali possono essere investiti in attività economiche utili anche per il futuro.

Gli eccessi di povertà e ricchezza diventano sempre più distanti fra loro, illogici, ingiusti e prodromi di tensioni sociali. Singole persone detengono patrimoni superiori al prodotto di intere nazioni. Recenti analisi economiche riportano che una percentuale minima della popolazione mondiale detiene più della metà della ricchezza del nostro pianeta. Come è possibile non prevedere, per esempio, una tassazione progressiva che tenga conto dei numerosi livelli e ordini di grandezza della ricchezza di ogni persona? Anche in questo caso legislazioni e sistemi di tassazione locale profondamente diversi creano falle: i paradisi fiscali fungono da calamite per i patrimoni di persone che vogliono sfuggire dal sistema di tassazione del proprio paese. Purtroppo questi paradisi fiscali attraggono spesso anche i capitali provenienti da affari illeciti e disonesti. I paradisi fiscali sono uno degli esempi che dimostra la necessità di armonizzare a livello mondiale le legislazioni nazionali, grazie alla creazione di una federazione fra tutte le nazioni del mondo. La tassazione dei redditi a livello mondiale in tutto il globo terrestre è un importante strumento per riequilibrare, armonizzare e creare un clima sociale di amicizia e fratellanza necessario per la pace e il benessere di tutto il genere umano. La tassazione deve essere correlata alla dimensione reddituale, progressiva e moderata per lasciare spazio economico ai singoli, non solo per le proprie esigenze primarie, secondarie e di risparmio, ma anche per azioni volontarie di beneficenza.

Infine produrre beni a durata programmata, oltre a incidere negativamente sullo spreco di risorse naturali limitate e aumentare l’inquinamento, crea inefficienze e necessità di aumentare inutilmente l’attività lavorativa. 

A questi punti dobbiamo aggiungere il dispendio di risorse per la produzione eccessiva di armamenti che sottrae risorse ad altri scopi ben più meritevoli e prioritari. Purtroppo in questa fase storica non è ancora saggio azzerare gli armamenti in quanto potrebbero rendersi necessari per difendere la pace e il rispetto della legge.

Il benessere

La tecnologia sta continuando a progredire, oggi si parla di robotica e intelligenza artificiale. Siamo all’inizio di un nuovo periodo di sviluppo che alcuni esperti dicono possa avere una durata di almeno dieci anni. Il periodo precedente, appena concluso, è stata la così detta new economy, ovvero l’era di internet e della prima fase della digitalizzazione, durata poco più di venti anni. La tecnologia rappresenta il frutto della ricerca e dell’intelligenza umana e può rappresentare, se correttamente impiegata, una fonte importante per migliorare le condizioni di vita di un numero molto vasto di persone. Per esempio, con la robotica, molti lavori fisici potranno essere compiuti dalle macchine anziché dagli esseri umani: alcuni economisti prevedono già la perdita del posto di lavoro di tante persone, tuttavia se questa nuova tecnologia genera minori costi e incremento della velocità e della precisione nella produzione, il maggior profitto che si otterrà andrà impiegato in parte per remunerare la nuova tecnologia, in parte per remunerare l’azienda che lo impiega, in parte per pagare le tasse o i costi necessari per addestrare i lavoratori ad un nuovo mestiere che li vedrà coinvolti in un nuovo lavoro con un ruolo professionalmente più elevato. Potremo riutilizzare queste persone, almeno in parte, in ruoli a valenza sociale? Qui possiamo iniziare una riflessione più ampia che porta a chiederci se il prodotto interno lordo è la misurazione corretta del risultato di una economia: molto probabilmente no. L’economia deve servire alla popolazione intera per raggiungere almeno un livello di benessere minimo che rispetti la dignità umana. Quindi sarebbe molto più corretto misurare il livello di benessere della popolazione mondiale. Per misurare il benessere ci sono tanti parametri: la soddisfazione dei bisogni primari, la salute, l’educazione, il lavoro, la felicità, la famiglia e le relazioni sociali e altri ancora. Da questo punto di vista una persona che svolge attività per la casa e la famiglia dovrebbe essere considerato un lavoratore perché apporta un beneficio alla società. Stessa cosa per una persona che accudisce un malato o un anziano. Se la spesa sanitaria aumenta, oggi incide contribuendo positivamente sulla misurazione del prodotto interno lordo, stessa cosa se aumentano i furti e il mercato aumenta la spesa in sistemi antifurto. Questo è paradossale e dimostra che e’ necessario rivedere i parametri di misurazione dell’economia, e ancor di più gli obiettivi dell’economia: mirare a garantire a tutta l’umanità un livello di benessere che rispetti la dignità umana. E questo livello va esplorato e declinato in modo esaustivo includendo le esigenze primarie irrinunciabili come nutrimento, salute, casa, famiglia, lavoro, relazioni sociali, inclusione, felicità. Oggi, nella società e nelle istituzioni, vengono troppo spesso ignorati diversi stati di bisogno primario come per esempio, la casa, il lavoro, la tutela e la cura dei bambini, degli anziani, dei malati e delle persone diversamente abili. Tantissimi i casi di abbandono delle persone in difficoltà che non sanno come risolvere i loro problemi quotidiani e affrontano una vita soli e senza le necessarie risorse e sostegno umano. Recentemente sui circuiti social online capita di vedere alcune persone che chiedono aiuto e altre che organizzano collette e offerte per aiutare persone in difficoltà: potrebbe essere un inizio di spontanea solidarietà sociale? Se fosse così saremo in presenza di un utilizzo positivo di un fenomeno tecnologico oggi ancora molto criticato.

Tutte le risorse necessarie per raggiungere l’obiettivo del rispetto della dignità umana a livello mondiale ci sono, manca ancora oggi  la consapevolezza globale e diffusa che questo obiettivo non solo è utile per tutti ma è anche irrinunciabile e soprattutto inevitabile. Quindi tutti noi possiamo adoperarci per diffondere questa consapevolezza con l’intento che non diventi solo una moda ma un desiderio di essere e di vivere insieme in armonia. Il raggiungimento di questo obiettivo è strettamente correlato al raggiungimento della vera pace mondiale, stabile e duratura.

Il pianeta terra, una grande astronave

Se guardiamo il nostro pianeta da un punto di vista globale, possiamo anche vederlo come una grande astronave naturale, in viaggio nello spazio all’interno del sistema solare e della galassia via lattea…e dell’universo. Questa astronave ha un equipaggio di diversi miliardi di esseri umani, ha a disposizione una quantità limitata di risorse ed è caratterizzata da un suo equilibrio naturale. E’ importante studiare bene scientificamente questo equilibrio e rispettarlo perché è in gioco il futuro del genere umano. Per questi motivi l’economia mondiale non può fare a meno di considerare, fra i primi vincoli irrinunciabili, il rispetto degli equilibri naturali del pianeta per preservarlo costantemente per le generazioni attuali e future. Anche in questo caso le virtù umane sono necessarie per non prendere abbagli o ancor peggio, per non mettere al primo posto gli interessi personali. La scienza potrà darci molte risposte grazie ai nuovi sistemi di misurazione, alla capacità di calcolo dei super computer e alla realizzazione di nuovi modelli organizzativi. L’inquinamento, la generazione eccessiva di rifiuti, lo spreco, l’innalzamento delle temperature sono i principali fenomeni da analizzare per studiare nuove soluzioni per rispettare gli equilibri del nostro pianeta, casa di tutto il genere umano.

Come prendere le decisioni insieme

Dal punto di vista organizzativo e decisionale, oltre alla coltivazione delle virtù umane, è importante l’istituzione di gruppi decisionali che, eletti dai singoli, siano in grado di dialogare fra loro con l’intenzione unica e primaria di privilegiare l’intera comunità umana. Un dialogo di questo tipo prevede che i singoli non abbiano intenzione di prevalere sui colleghi del gruppo per motivi di interesse personale di qualsiasi origine: economica, motivazionale, di potere, di prestigio o altre ancora. Ogni membro del gruppo decisionale ha il dovere di proporre idee, azioni, attività che ritiene efficaci spiegandone le motivazioni. Fase successiva è l’esame della proposta con domande e risposte per approfondire meglio il tema. Al termine i membri del gruppo, formato da un numero dispari di componenti, metterà ai voti la proposta. Se la proposta sarà approvata a maggioranza, questa diverrà un’idea del gruppo che unito e compatto la porterà avanti insieme. Se la proposta non sarà approvata allora si passerà all’esame di una nuova idea. Questo tema dei gruppi decisionali e del metodo della consultazione in realtà è molto più ampio e merita, per completezza, approfondimenti ulteriori.

I sistemi legislativi

I sistemi legislativi locali nascono dalla storia e dalla cultura di una comunità: usi, costumi, esperienze, eventi, interessi, religioni hanno influenzato le diverse leggi che oggi sono alla base dei codici di ogni nazione. Gli esseri umani hanno sviluppato sistemi di leggi per regolamentare la pacifica convivenza in un territorio specifico.  

Per quanto riguarda i diversi sistemi legislativi presenti oggi nel mondo è chiaro che una loro armonizzazione per rispettare un livello minimo necessario per garantire i diritti umani essenziali ed irrinunciabili, porterebbe un progresso anche nell’economia, rendendola più equa e giusta, e quindi una necessaria premessa al benessere mondiale.

Un principio di base fondamentale per la convivenza delle persone che condividono un territorio e un pianeta, è l’unità nella diversità: la libertà di pensiero è un diritto fondamentale ma nel rispetto del principio dell’unità. Il genere umano è uno, i singoli possono e devono essere considerati individui unici e speciali che devono essere in grado di rispettarsi reciprocamente in quanto esseri umani.

Per armonizzare i sistemi legislativi si può pensare ad una confederazione mondiale di nazioni che decidono insieme i principi di carattere generale, irrinunciabili per il rispetto dei diritti umani, e a cascata le singole nazioni potrebbero declinare localmente queste direttive per adeguarsi alle esigenze locali ove necessario.   

Da dove possiamo partire

Ora la domanda più difficile. Da dove possiamo iniziare?

Dal nostro vissuto quotidiano, da noi stessi, dalla nostra famiglia, dai nostri amici, vicini di casa, colleghi di lavoro…dalla nostra vita. Dove possiamo scegliere e prendere decisioni, informiamoci bene, rendiamoci consapevoli, cerchiamo di avvicinarci alla verità, riflettiamo, meditiamo e poi decidiamo come operare, cosa scegliere di fare e di essere o non essere, con noi e soprattutto con gli altri. Potrebbe sembrare poco, invece se riusciamo a diffondere queste idee, saranno proprio le singole comunità locali, formate da singole persone e famiglie che sono in grado di rendere concreti e operativi questi concetti, che potranno supportare gli strumenti messi a disposizione dalle grandi organizzazioni pubbliche e private per dirigersi verso un’economia in grado di migliorare il benessere di tutto il genere8 umano. Un benessere più equo e giusto che in parte dovrà essere indirizzato con nuove leggi per regolamentare gli eccessi e supportare i più deboli a riconquistare un livello minimo di dignità umana e in parte sarà il risultato naturale delle scelte di tanti cittadini del mondo che desiderano porre le basi per la crescita del benessere reale di una unanimità in continua evoluzione: potremo allora affermare di essere in presenza di una nuova specie umana, homo spiritualis.